Se vogliamo la scena indipendente è un luogo.
Può essere un condominio brulicante di artisti nel bel mezzo della loro attività quotidiana. Un palazzo del genere me lo immagino a Bologna perché è un’idea di Franek Windy.
Poi uno scende e si infila nel cinese sotto casa, dove gli viene rivelata, durante un delirante pranzo psichedelico, l’origine del DIY, quell’attitudine che scorre nelle vene di tutti noi. Chi custodisce questo segreto? Naturalmente Manolo. Uno che fa i concerti punk (più per attitudine che per genere) nel salotto di casa sua in date improbabili a inizio settimana, è vestito come un personaggio di un manga, disegna (vedi artwork di copertina di questo mese), non ha pagina Facebook, profilo Instagram, niente. Ma con chi ha scoperto l’origine del DIY ci vediamo lì, stavolta a Padova. Non sapete la strada? Mandateci un DM.
Il luogo che è la scena indipendente si può abitare, come Franek che lo sente casa, ma può anche stare stretto. Mi piacerebbe ospitare un contributo di qualcuno che vorrebbe traslocare da qui, perchè ci sta male. Sei tu? Scrivici qui.
L’importante comunque, per non sembrare estraneo e rischiare di essere rigettato, è viaggiare con la targa giusta, non come faceva Fabio de Min (Non Voglio Che Clara) nell’estremo nord padano quando tutti i condòmini dell’attuale scena ancora andavano alle elementari, anzi all’asilo, anzi non erano nemmeno nati.
Alberto Tessariol (Dischi Sotterranei)