Mezzanotte. Finisce il concerto, ma il pubblico è ancora sotto il palco ad applaudire, a volerne ancora, a tentare di urlare qualcosa di diverso da “Canguri!”. I Pond, seduti sotto al loro gazebo-backstage, se la ridono. Poi Joseph Ryan torna per pochi attimi al microfono: “Scusateci, ma davvero, le canzoni che abbiamo appena suonato sono proprio tutte quelle che sappiamo. Non ne conosciamo altre. Ci vediamo dopo al bar!”. Ed è questa la sintesi di una serata cominciata bene e conclusa meglio, nonostante la pioggia obliqua che, magneticamente, ha mobilitato tutti sotto alla copertura dello stage.

Tutti addossati alla band in uno specchio bagnato di ombre e domande. Perché chi apprezza i Pond due domande, almeno, se le fa: o sullo stato psicofisico del cantante Nick “Paisley Adams” Allbrook, un pulcino visionario, o sul come questi cinque ragazzotti che fanno scena anche senza strumenti siano riusciti a raggiungere un livello di notorietà mondiale – non a caso il titolo del nuovo album, “Man, It Feels Like Space Again”.

mondo_naif_summer_student_festival_2014_pond_sotterraneiAffluenza record in Golena San Massimo. Perché? Le risposte sono due: Tame Impala e Mondo Naif. I primi rivivono nei Pond, sebbene le differenze tra gruppo originale e side-project siano tanto chiare quanto emblematiche: il distacco dai ritmi vintage e raschiati di “Innerspeaker”, meteora anche in occidente, è netto e sottolineato da undici brani vaneggianti e pirotecnici, estratti dalla recente discografia. I secondi, ben più di una semplice band apripista, provocano la risposta della Padova sotterranea disegnando scenari mutevoli e oscuri: la vibrazione solida dei Mondo Naif, a tratti ballabile e coinvolgente, a tratti solida e incontrollabile, sfuma nel mistero di una voce distorta e nell’aspettativa del “Turbolento” che verrà.

pond_band_summer_student_festival_2014_sotterraneiIn un’ora secca di eclissi e allucinazioni i Pond fanno scontrare la fragilità e la prepotenza delle proprie sonorità avvolgenti. Empatia danzereccia, la loro, un concentrato di ritmi furbescamente sfalsati e offuscati. Tra pezzi inediti e certezze imprescindibili, il quintetto di Perth infila anche una ballata personalizzata: “You Broke My Cool”, prima di “Xanman”, produzioni dello scorso anno proposte da “Beard, Wives, Denim” e “Hobo Rocket” (Modular Recordings).

“All I can do is stand the pressure.
Now I can’t talk, though I’d write you a letter.
Maybe a song, maybe that will be better.

Now I’m a mess in a sequin dress.
No, I don’t care, don’t wanna obsess.
I’m a mess, or maybe you just broke my cool”.

La dissacrante fusione di ironia, psichedelia, Pop, Australia, ingenuità e giocattoli rappresentata al Summer Student Festival in una delle serate più colorate della rassegna è pronta per i prossimi live a Londra, Manchester, Parigi e Nimega: finisce in Olanda il tour estivo dei Pond. Auguri.

2014-06-04-23.54.29-setlist_pond_summer_student_festival_padovaDes

Articoli News